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Che fare
La principale obiezione di chi non usa la bicicletta è che non ci sono piste ciclabili e che è pericoloso. D’altra parte, le amministrazioni pubbliche non sono stimolate a promuovere l’uso della bicicletta perché non ci sono sufficienti utilizzatori. E’ la classica storiella del cane che si morde la coda, ma da qualche parte si deve cominciare.
Comunque, negli ultimi anni il numero dei ciclisti urbani è notevolmente accresciuto, anche a causa del costo della benzina, dei parcheggi, dell’aumentata sensibilità ambientale e anche perché usare la bicicletta è molto semplice e pratico.
E per cominciare, come fare?
 

Quale bicicletta - La prima risposta è: qualsiasi bicicletta va bene. La nostra città è prevalentemente pianeggiante e di piccole dimensioni, due condizioni ideali per spostarsi velocemente e senza affanni da una parte all’altra. Per iniziare va benissimo la vecchia bici che teniamo in cantina. Poi, prendendoci gusto, si può pensare ad un modello più moderno e veloce, magari con il cambio. Telaio in acciaio o in alluminio? Anni fa i telai in alluminio erano molto rari, oggi succede quasi l’opposto, per cui è difficile trovare una bici di buona qualità in acciaio. Su questi due tipi di materiali ci sono due diverse fazioni di ciclisti, ognuna con la convinzione di aver scelto il materiale migliore. In due parole, l’alluminio è più leggero dell’acciaio, ma è più rigido Attenzione però: prima di acquistare qualche bicicletta in superofferta, verificare sempre che si tratti di un mezzo di buona qualità, senza farsi trarre in inganno da colori sgargianti e forme stravaganti. Meglio una bici senza forcella ammortizzata e altri fronzoli, ma con freni e cambio di buona qualità. Infine, per un uso cittadino in ogni stagione, verificate che la bici abbia fari, parafanghi e portapacchi.

 
Sicurezza  La prima regola per viaggiare sicuri in bici è quella di essere sicuri e decisi, ma non spavaldi. Evitare di cambiare traiettoria improvvisamente, anzi, segnalare sempre una svolta alzando il braccio. Non ascoltare mai musica e altro con cuffiette e auricolari.
Cercare di essere sempre ben visibili, quindi campanello e luci funzionanti. Possono servire anche i catarifrangenti (bianchi o arancioni) da mettere tra i raggi delle ruote, così come può essere utile indossare le strisce catarifrangenti o addirittura i gilet ad alta visibilità usati in auto.
Per chi usa i fari collegati alla dinamo, è utile montare dei fari standlicht che usano un particolare circuito elettronico (con o senza batterie ausilarie) per mantenere accese le luci per 2 o 3 minuti anche quando la dinamo non gira (ad esempio se si è fermi ad un incrocio): purtroppo si tratta di fari quasi introvabili in Italia, ma sono acquistabili su internet o direttamente in qualche negozio all'estero.
Infine, può essere consigliato l’uso del casco e, se dà più sicurezza, dello specchietto retrovisore.
E’ vietato dal codice della strada, ma se alcuni tratti sono pericolosi, meglio passare sul marciapiede lasciando la precedenza ai pedoni e ricordando che siamo loro ospiti.
 
Abbigliamento Usando la bicicletta, la stagione fredda si accorcia di due-tre mesi: il movimento, superati i primi momenti, permette di usare la bici agevolmente anche con i climi più rigidi. L’abbigliamento da utilizzare è soggettivo, per cui questi consigli sono da adeguare alla propria capacità di sopportare le temperature esterne.
E’ importante adeguare il proprio abbigliamento a questa nuova attività, senza vestirsi troppo. Anche il giubbotto esterno può essere di questi nuovi materiali impermeabili-traspiranti, molto pratici e utilizzabili dappertutto. Andando in bicicletta, potrebbe essere inutile acquistare anche giubbotti imbottiti di piuma o pile. In inverno possono essere molto utili anche i guanti, un cappello e una sciarpa.
Con la bella stagione sono molto utili gli occhiali da sole.
Un consiglio finale: se possibile, tenere sempre una maglietta di ricambio in ufficio, in un armadietto o in un cassetto della scrivania. Potrebbe sempre servire...
 
Parcheggiare sicuri Se non abbiamo modo di tenere la bicicletta in un posto chiuso e sicuro come un garage o una cantina, è fondamentale acquistare un robusto lucchetto antifurto. Lasciando perdere quelli colorati “a spirale”, che sono quasi inutili, conviene indirizzarsi verso un tipo con catena e lucchetto oppure di quelli “ad archetto”. Purtroppo, maggiore è l’affidabilità e la sicurezza data da un lucchetto, maggiore è il suo peso.
La soluzione migliore per parcheggiare la propria bici è di legarla ad un sostegno ben stabile, bloccando sia la ruota che il telaio. Se la bici deve rimanere fuori a lungo, meglio ancora se si blocca anche l’altra ruota.
Se non è diversamente indicato, secondo il codice stradale la bicicletta può essere parcheggiata per strada come un qualsiasi altro mezzo. Invece, dove è indicato il parcheggio per le sole auto (per esempio nella ZCS) o per i soli motocicli non è permesso parcheggiare, pena la rimozione: in questi casi, i soli luoghi dove è possibile parcheggiare la bicicletta è la rastrelliera. Attenzione: secondo il codice della strada non è possibile parcheggiare le biciclette sui marciapiedi, anche se le rastrelliere sono già piene o non ci sono proprio. Se quindi il parcheggio sul marciapiedi viene fatto perché mancano alternative, si rischia lo stesso la rimozione.
L’enorme quantità di ciclisti che si muove in città avrebbe quindi bisogno di un maggior numero di rastrelliere a disposizione: finalmente da alcuni mesi anche nella nostra città vengono installati modelli di rastrelliera che permettono di legare saldamente ruota e telaio.
 
Portare i bambini Secondo il Codice della strada, i soli passeggeri che possono essere trasportati su una bici sono i bambini fino ad otto anni (attenzione: non più di uno!), su un apposito seggiolino. I più piccoli possono essere portati sul seggiolino anteriore, mentre i più grandi su quello posteriore; verificate sempre che il peso del bimbo trasportato rientri in quello omologato per il proprio seggiolino.
E’ consigliabile portare, appena possibile, i bambini sul sedile posteriore, perché quello anteriore  rende la pedalata più instabile. Inoltre, legare sempre i bambini con la cintura e possibilmente fargli indossare un casco.
Una volta installato il seggiolino (che sia anteriore o posteriore), verificare che questo abbia una protezione che impedisca ai piedini di infilarsi tra i raggi (con conseguente pericolo di caduta), oppure se mancante, di comprarne una.
All’acquisto, specialmente per i seggiolini posteriori, verificare che il seggiolino sia compatibile con la propria bicicletta.
All’estero sono molto usati i carrellini da attaccare alla bicicletta. Da noi sono rarissimi, inoltre il codice della strada non è molto chiaro sulla possibilità di usarli.
 
Se piove E’ possibile andare in bici anche con la pioggia, senza grandi disagi purchè adeguatamente equipaggiati. Innanzitutto, evitare di andare in bici con l’ombrello, pericoloso e poco efficace. Il capo di abbigliamento più utile è senz’altro un poncho impermeabile di misura adeguata, che permetta di coprire noi e il manubrio, creando una sorta di tenda che ci mantenga al coperto, ma senza finire tra i raggi. I poncho migliori hanno un inserto trasparente nel cappuccio in modo da permettere di vedere chi arriva dai lati. Un cappello con visiera (da indossare sotto al cappuccio del poncho) dovrebbe proteggere maggiormente il viso dalle gocce di pioggia e tenere la testa al caldo.
Un buon paio di scarpe dovrebbe poi fare il resto.
Anche in questo caso, è consigliabile, se possibile, tenere in ufficio un cambio per ogni evenienza: una camicia, un paio di calzini, un paio di pantaloni.
Usare la bici con la pioggia richiede comunque una maggiore attenzione: gli automobilisti sono più imbranati e la bici ha i freni bagnati: moderare la velocità e tenere sempre gli occhi aperti.
 
Portare oggetti Usando la bici, a volte potrebbe essere necessario portare qualcosa: un giornale, qualche acquisto e così via. La scelta più semplice è quella di usare una borsa o un normale zainetto: utile per portare poche cose per brevi percorsi, ma che diventa scomoda allungando il percorso.
Esistono anche degli zainetti particolari per ciclisti, con uno speciale telaio che tiene staccato lo zaino dalla schiena e quindi diminuendo la possibilità di sudare sulla schiena.
La soluzione migliore è quella delle borse da mettere sul portapacchi posteriore: è possibile trovarne di varie forme e prezzi e permettono di portare molte cose, compresa la “spesa” quotidiana.
E’ possibile, ma è difficile, trovare anche dei carrelli da attaccare alla bicicletta, ma, come per i carrelli porta-bambini, il codice della strada non è chiaro sulla loro conformità.
Se si portano oggetti ingombranti o pesanti, è bene che siano ben fissati al portapacchi della bici,  usando gli elastici portapacchi.
Infine, è importante tener presente che la bicicletta carica ha una stabilità diversa da quella normalmente scarica, quindi è bene usare una maggiore cautela del solito.
 
Manutenzione La semplicità costruttiva della bicicletta permette di fare una piccola manutenzione del mezzo con poca spesa. I materiali che si usurano di più sono gli zoccolini dei freni, poi i copertoni. Per il resto, la bicicletta è praticamente eterna o quasi. In pratica, si possono percorrere 3.000 km in un anno (sembrano tanti, ma basta fare un viaggio casa-ufficio-casa di 10 km al giorno in un anno per percorrere 2.200 km) spendendo 20-30 euro o meno.
L’inconveniente più ricorrente è la foratura: se si ha l’accortezza di portarsi dietro un kit di riparazione (camera d’aria nuova, levafascioni e pompa), si può sostituire la camera d’aria bucata e ripartire in una decina di minuti. E’ possibile ridurre il rischio di foratura sostituendo i copertoni della bici quando cominciano ad usurarsi e, soprattutto, acquistando modelli di buona qualità: ne esistono anche con protezione antiforatura.
Per il resto, è sufficiente oliare la catena ogni tanto (in special modo quando comincia a cigolare). Se la bicicletta rimane alle intemperie, è necessario oliare catena e cambio un po’ più spesso.
Fare attenzione a non ungere il cerchione: i freni potrebbero slittare e quindi non essere in grado di frenare.
 
Treno più bici Da alcuni anni, con alterne vicende, è possibile trasportare la bicicletta sui treni. E’ possibile farlo portando direttamente la bicicletta, pagando uno speciale biglietto per la bici, sui treni che hanno indicato sull’orario il simbolo della bicicletta. Il biglietto ha validità di 24 ore dalla convalida. Si tratta generalmente di treni regionali, ma è possibile farlo anche su alcuni treni internazionali.
Smontando la bici e trasportandola in un apposita sacca-valigia è possibile portarla come bagaglio su tutti i treni e senza pagare alcun supplemento.
 
Internet Non sorprenda il collegamento tra la bicicletta e internet: gli utilizzatori più appassionati della bicicletta utilizzano internet per diffondere consigli, segnalare problemi, spiegare la manutenzione, raccontare viaggi ed esperienze. Tramite internet è possibile scoprire che cosa sta succedendo alla Critical mass di San Francisco (dove è nata), come viene gestita la mobilità ciclistica a Ferrara, Monaco, Copenaghen e persino come riuscire ad andare in bici sulla neve.
Sembra sciocco a dirlo, ma un forum su internet di ciclisti della stessa città può essere una miniera di informazioni e anche l’occasione di conoscere altre persone appassionate.
 
Azione politica Chi comincia ad andare in bici, si scontra ben presto con la situazione caotica del traffico delle nostre città: poche piste ciclabili, poche rastrelliere, poca attenzione per i ciclisti quando vengono aperti dei cantieri.
Non solo: tutta la mobilità cittadina è studiata unicamente per chi si muove in auto o moto, basti pensare alla quantità di sensi unici presenti in città che costringono i ciclisti a fare giri più lunghi su strade trafficate. Inoltre, per favorire la mobilità ciclistica sarebbe importante, oltre alla costruzione delle piste ciclabili, avere degli interventi di “moderazione del traffico”, cioè pensare a strade, specialmente nelle zone residenziali, dove è fisicamente impossibile andare a velocità elevate.
Per ottenere tutto questo, a volte è necessario segnalare agli amministratori e ai tecnici comunali quello che non va: può essere fatto singolarmente, come gruppo o con l’appoggio di un’associazione, anche se non è detto che la richiesta venga esaudita.
 
 
Cicloturismo Molto amato nei paesi del nord Europa, lentamente anche da noi sta prendendo piede il cicloturismo, una forma eccellente di turismo sostenibile.
In paesi come la Germania, l’Austria, la Danimarca e l’Olanda ci sono vere e proprie reti di percorsi cicloturistici lunghe centinaia di chilometri, percorribili in sicurezza e tranquillità.
Si possono fare viaggi di una giornata, magari usando anche il treno, o persino di più giorni.
Rispetto all’uso cittadino della bici, per fare il cicloturismo è necessario avere un minimo di preparazione fisica anche se non è necessario aver fatto chissà cosa. Tutto sarà comunque proporzionato al viaggio che si ha intenzione di fare, perché è diverso viaggiare tra i passi alpini o nella campagna toscana.
Per le gite di una giornata basta portare con sé acqua, qualcosa da mangiare e, se serve, una cartina.
La preparazione di un viaggio vero e proprio comincia dallo studio dei percorsi e dalla valutazione delle capacità fisiche proprie e del gruppo: la lunghezza delle tappe, l’altimetria del percorso, la possibilità di usare il treno per fare tratti di percorso più difficoltosi o meno significativi.
Il viaggio sarà diverso a seconda del tipo di “indipendenza”che vogliamo: se dormire sempre in albergo (e quindi con il bagaglio ridotto), se dormire in tenda e, infine, se dormire in tenda ed essere indipendenti anche per i pasti, il che aumenta notevolmente il bagaglio da trasportare.
Il cicloturismo permette al ciclista-turista di calarsi davvero nel paese che sta percorrendo, guardando da vicino le persone che lo abitano e gustando i cambiamenti del paesaggio man mano che scorrono i chilometri.
 
 
Bike sharing La bici condivisa è un successo in molte città europee. Il funzionamento è semplice: ci sono un certo numero di bici a disposizione dei cittadini in più punti della città. Queste possono essere prelevate generalmente tramite una carta magnetica di abbonamento, in modo automatico, e riportate in un qualsiasi punto di distribuzione della rete. Generalmente la tessera ha un costo annuale (o mensile), più un costo orario in base all'utilizzo, anche se quasi sempre la prima mezz'ora di utilizzo è gratis. Non è un particolare di poco conto: in mezz'ora in bici si fa tanta strada e in questo modo si permette un'ampia condivisione dei mezzi.
Nella nostra città il progetto dovrebbe essere di prossima realizzazione.
 
 
 
Letture consigliate
 
Filosofia ciclistica, consigli, esperienze
 
Autori Vari,  Manuale di sopravvivenza ciclica urbana, Editrice Terre di Mezzo, euro 10,00
 
Gianni Catania, Amica bicicletta, editrice Gruppo Abele, fuori produzione
 
Sabina Morandi, La filosofia morale della bicicletta, ovvero come sopravvivere (e diventare saggi) pedalando in città, editrice Zelig, euro 9,30
 
Travis Hugh Culley,  Il Messaggero.L'arte di andare in bicicletta & il caos della metropoli, editrice Garzanti, euro 15,00
 
C. Carlsson (a cura di), Critical mass. L’uso sovversivo della bicicletta, editrice Feltrinelli, euro 16,00
 
Emilio Rigatti, Minima pedalia. Viaggi quotidiani su due ruote e manuale di diserzione automobilistica, editrice Ediciclo, euro 13,00
 
Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia - il mondo visto dal sellino, editrice Net, euro 7,30
 
Zenone Sovilla, Bicicrazia, editrice Nonluoghi. Euro 10,00
 
Gudrun Maierhof - Katinka Schröder, Ma dove vai bellezza in bicicletta?, Editrice La tartaruga, euro 12,90
 
 
Cicloturismo e viaggi
 
Luigi Bairo, Bella bici, vita e viaggi in bicicletta, editrice Stampa alternativa, euro 4,13
 
Aldo Maroso, Alberto Fiorin, Strade d’oriente. In bicicletta da Venezia a Pechino, editrice Ediciclo, euro 14,50
 
Guillaume Prébois, Il mio Danubio. In bicicletta lungo il fiume d’Europa, editrice Ediciclo, euro 13,00
 
Paolo Rumiz, Francesco Altan, Tre uomini in bicicletta, editrice Feltrinelli, euro 9,00
 
Emilio Rigatti, La strada per Istanbul, editrice Ediciclo, euro 14,00
 
Matteo Scarabelli, Europa, Europa!, editrice Ediciclo, euro 16,00
 
Emilio Rigatti, Italia fuorirotta, editrice Ediciclo, euro 16,50
 
 
Chi se ne occupa a  Firenze
 
Firenzeinbici Onlus aderente alla FIAB,
c/o Legambiente; via Giampaolo Orsini 44, Firenze
 
Associazione Città Ciclabile
via S. Antonino 19, Firenze, ogni giovedì in orario 18.30-19.30
 
Critical Mass
 
Ciclofficina Brugola Rossa
c/o CPA Firenze sud, via di Villamagna 27/a,  Firenze, ogni giovedì in ortario 20.00 - 22.00
 
Due luoghi virtuali, aperti a tutti, in cui i ciclisti possono scambiarsi idee, opinioni e consigli sono i forum telematici. segnalo due link
 
il primo dell'associazione Firenze in bici: 
 
il secondo del gruppo fiorentino di critical mass:
 
A Firenze, oltre che presso alcuni negozi, è possibile noleggiare una bicicletta presso i principali parcheggi a pagamento. Il servizio di noleggio è gestito dalla cooperativa Ulisse. (informazioni:  Via Galeotti 7/9, Firenze
tel: 055 6505295 fax: 055 6506028).
La cooperativa Ulisse (che occupa persone svantaggiate) ripara e recupera le vecchie biciclette abbandonate alla depositeria comunale, rivendendole periodicamente a prezzi vantaggiosi.
 
 
Pagine a cura di: Patrizio Suppa