Per costruire rapporti con i paesi e le comunità economicamente e socialmente più svantaggiate, basati sullo scambio reciproco, sulla collaborazione, sulla solidarietà.
La cooperazione e la solidarietà internazionale rappresentano il tentativo, da parte degli Stati ed altri organismi dotati di maggiori risorse materiali, di instaurare con la parte del mondo più svantaggiata rapporti basati sullo scambio reciproco, la collaborazione e la solidarietà.
Il termine “cooperazione” deriva dal latino cooperari e identifica l’azione dell’ “operare insieme” per il raggiungimento di un fine comune.
Tale approccio si concretizza nel sostegno e nel finanziamento di progetti di sviluppo volti a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e fornire loro strumenti di autosostenibilità.
Da un punto di vista storico, per iniziare a parlare di cooperazione occorre attendere la cosiddetta decolonizzazione; fenomeno iniziato nel secondo dopoguerra che ha visto il suo momento culminante negli anni ‘60 del secolo scorso, periodo in cui la maggior parte delle colonie africane si affrancarono dal dominio europeo.
La sua origine viene generalmente fatta coincidere con il Piano Marchall statunitense per la ricostruzione dell’economia europea dopo la seconda guerra mondiale, con la creazione delle Nazioni Unite e con la costituzione di istituzioni quali la Banca Mondiale, il FMI e l’Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea (OCSE).
Nel corso dei decenni, il concetto di cooperazione ha subito un’evoluzione influenzata dalla situazione politica internazionale e dal pensiero (economico, ma non solo) dominante in un determinato periodo.
Si passa infatti dall’impostazione degli anni ‘50 che legava lo sviluppo di un paese unicamente ad una logica economica basata sulla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) ad un approccio che pone al centro degli interventi la dimensione umana (trascurata nei decenni precedenti in quanto si riteneva sarebbe automaticamente migliorata con la crescita del PIL), la riduzione della povertà ed il miglioramento delle condizioni di vita. Si riconosce cioè che la crescita del reddito non è sufficiente a ridurre la povertà, a causa delle disuguaglianze sociali e di distribuzione del reddito.
Gli aiuti iniziano allora a focalizzarsi su azioni e progetti concreti di cui beneficiano direttamente le popolazioni (vaccinazioni, accesso all’acqua, scuole, centri sanitari ecc).
La tendenza attuale è di concentrare gli interventi di cooperazione internazionale sulla lotta alla povertà (che comprende la difesa dei diritti umani, l’istruzione, la difesadell’ambiente e il rafforzamento delle capacità dei singoli e delle comunità) e sul perseguimento di modelli di sviluppo sostenibile.
I canali attraverso cui vengono realizzate le iniziative di cooperazione a livello governativo sono: il canale bilaterale nel caso di iniziative concordate tra paese donatore e paese beneficiario, il canale multilaterale nel caso di iniziative realizzate da un’organizzazione internazionale (ad esempio UNICEF, FAO, UNDP - United Nations Development Programme, BAD - Banque Africaine de Dévelopement) grazie all'apporto finanziario di vari governi donatori, il canale multibilaterale nel caso di iniziative concordate e finanziate a livello bilaterale, ma affidate in esecuzione ad un’organizzazione internazionale.
A partire dagli anni ’70, accanto all'attività istituzionale governativa si è sviluppata l’azione delle Organizzazioni Non Governative (ONG).
Mentre in Italia la qualifica di Organizzazione Non Governativa può essere attribuita solo alle associazioni che hanno ottenuto un riconoscimento di idoneità per la gestione di progetti di cooperazione, rilasciato dal Ministero degli Affari Esteri (MAE), a livello internazionale possono essere definite ONG tutte le libere associazioni impegnate, senza fini di lucro, per dare un contributo alla soluzione dei problemi del sottosviluppo.
In Italia sono presenti migliaia di queste associazioni che, pur non avendo richiesto il riconoscimento del MAE, sono impegnate a pieno titolo in progetti di cooperazione internazionale e in interventi di cooperazione decentrata, un nuovo canale di cooperazione che si è sviluppato alla fine degli anni ’80, quando i disastri umanitari provocati dalla guerra dei Balcani hanno indotto la società civile a mobilitarsi insieme alle Regioni e agli Enti Locali per promuovere e sostenere interventi di ricostruzione e di solidarietà con le popolazioni colpite dalla guerra.